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Immagine del redattoreElia Robino

La lunga notte dei due Conte




Antonio e Giuseppe sapevano già di avere delle cose in comune: due uomini di successo, tutti e due pugliesi ed entrambi – ovviamente – di cognome Conte.


Chissà se avrebbero mai immaginato di condividere insieme anche una notte amara, quella del 3 febbraio 2021.


Entrambi avranno sicuramente fatto fatica a prendere sonno: uno per l’amarezza di aver perso una partita per due gravi errori difensivi, il secondo con la certezza di vedersi sfilare da sotto il sedere lo scranno di Presidente del Consiglio.

Questa coincidenza è troppo curiosa per non approfittarne per giocare un po’ insieme, le similitudini tra i due si fermano forse qui? O possiamo andare oltre?

Saremo un po’ irriverenti, ma si può andare oltre, ecco come.


Traditi dalle seconde linee


Sia Giuseppe che Antonio hanno imparato sulla propria pelle l’importanza delle seconde linee.

Il presidente viene “pugnalato alle spalle” dalla mossa del cavallo di Matteo Renzi: neanche due dozzine di senatori bastano per aprire la crisi di governo che nonostante vari tentativi non rientra in nessuna maniera, mettendo alle corde gli altri centocinquantasette politici della maggioranza e aprendo le porte all’ipotesi Draghi.


A San Siro il “traditore” della patria è Ashley Young: partita inaccettabile quella dell’esterno britannico che con una trattenuta nefasta in area su Cuadrado causa il rigore da cui partirà la rimonta bianconera.

Non è una prima scelta, ci ha ricordato il perché.


Uomini soli


E’ ben più che una congettura che Italia Viva e la crisi di governo siano, almeno in parte, un cavallo di troia accompagnato alla porta del presidente dagli altri due partiti di centrosinistra della maggioranza, stanchi della sua ingombrante presenza e incapaci di accordarsi su importanti decisioni politiche per il paese, lasciando solo Giuseppe C. a cercare di tenere in piedi la maggioranza, nonostante la grande profusione di parole a suo supporto.


Situazione simile a quella di Antonio C. che lamenta – questa volta probabilmente a ragione – una scarsa presenza della società a partire dall’agosto di quest’anno, in concomitanza con la stretta da parte del governo cinese sugli investimenti sportivi da parte delle aziende locali.


Calvarese e Mattarella


Direzione simile da parte di entrambi gli arbitri delle due partite che si sono giocate, una in campo e l’altra in parlamento.


Il primo è stavo severo coi cartellini ma ha tenuto uniformità di giudizio durante tutta la gara, una buona prestazione per una gara sempre difficile che spicca in un campionato segnato da prestazioni arbitrali decisamente sottotono.


In maniera simile Mattarella – da molti accusato di essere eccessivamente “molle” – ha dimostrato di saper tenere la schiena dritta in un momento di difficoltà e di sapere esattamente come gestire la realtà che si stava consumando nelle aule parlamentari.


Provarci fino all’ultimo


Si possono muovere molte critiche a entrambi i Conte ma non che non ci provino fino all’ultimo a ottenere quelle che vogliono.


Non è dato sapere se sia più coraggioso dare la responsabilità di salvare la maggioranza a Mastella o mettere titolari in fascia Darmian e Young ma sicuramente entrambi hanno ancora qualche carta da giocare nonostante le possibilità di successo per entrambi siano decisamente diminuite dopo le ultime vicende.


Dei capelli bellissimi


Ultimo ma non per importanza il taglio di capelli di entrambi. In un caso naturale, nell’altro con l’aiutino, ma in ogni caso perfettamente curati e pettinati.

Chissà che per una vita dopo lo sport e la politica non ci possa essere un’esperienza come testimonial per una nota catena di prodotti per la cura del cuoio capelluto, mai dire mai vero Giuseppe e Antonio?

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