E come l’anno scorso, e come l’anno prima e quello prima ancora. Sono 9 le stagioni consecutive, ormai, in cui il Diavolo si presenta nella casa bianconera e ne esce sconfitto. Eppure, mai come in questa, gli uomini guidati da Pioli un punto l’avrebbero anche meritato. La sua squadra, infatti, a dispetto di quanto, poco, visto sinora in campionato (14° posto dopo 12 giornate) ha affrontato la compagine di mister Sarri al meglio delle proprie possibilità, lottando con le unghie e con i denti su ogni pallone, e rendendosi a tratti più pericolosa della Juve. Tutto avrebbe lasciato presagire uno 0-0, e invece no, entrano Dybala e Costa, escono Ronaldo (sì, proprio lui, ma ne parleremo nel paragrafo successivo) e Bernardeschi (altra prestazione non all'altezza del suo valore). E la partita cambia, c’è nuova linfa in avanti, c’è frenesia, estro, qualità.
È proprio da una serie di scambi tra Douglas e Paulo (e Gonzalo con assist, altra grande prestazione per lui) che nasce il gol, la giocata, la perla del numero 10, di destro, rasoterra fulminante, gol, 1-0. Al Milan sempre Dybala, come da 5 anni a questa parte, sempre per restare in tema “tradizioni”. La partita scivola verso la fine con qualche sofferenza sparsa, ma con uno Szczesny attentissimo, anche lui tra i migliori nelle fila bianconere. Ed è finita 1-0, vittoria della Juventus, a Torino, “come l’anno scorso, e come l’anno prima e quello prima ancora...”.
Caso Ronaldo (?) Torniamo ora un attimo indietro, al minuto 55, alla tanto “contestata” sostituzione di Ronaldo, tra lo stupore di noi a casa, dei tifosi allo stadio, e forse anche dello stesso numero 7, o forse no? Dalle parole di Maurizio Sarri, sia nei giorni scorsi che ieri sera, c’è stata la conferma che Cristiano da quasi un mese ha subito una botta al ginocchio che gli sta provocando non pochi fastidi quando alza i ritmi di allenamento e quando scende in campo, ecco quindi spiegate delle prestazioni un po’ sottotono nelle ultime partite da parte del fuoriclasse portoghese. Durante la partita contro i rossoneri, Cristiano si è più volte toccato proprio all'altezza del ginocchio, forse a dimostrazione che gli sforzi fatti in allenamento pur di esserci per il match non siano bastati e che sarebbe stato meglio riposare senza forzare.
Ciò che viene imputato a Ronaldo è l’essere andato direttamente negli spogliatoi, senza passare dalla panchina, e dal tecnico toscano. Era arrabbiato? Ovviamente sì, e non poco. Era arrabbiato con il mister? Con ogni probabilità, no. Il portoghese era nervoso, è andato sì negli spogliatoi direttamente, ma non c’era motivo di essere arrabbiato con il suo allenatore perché date tutte le circostanze sopracitate era ben consapevole di non star offrendo una prestazione degna del suo nome. Ha sbagliato? Sì, ma non è il primo e non sarà l’ultimo. Sta a lui, ora, rispondere sul campo,(nemmeno ce ne fosse il bisogno), e dimostrare ancora una volta, a tutti quanti quanto vale, quanto pesano i suoi gol, ma soprattutto chi è Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro.
Comments