Si è conclusa nella maniera auspicata la finale di Coppa Italia di serie C, andata in scena ieri sera a Cesena alle 20:45. I ragazzi di Pecchia si sono imposti sulla Ternana con un meritatissimo 2-1 ed hanno conquistato il primo trofeo della recentissima storia della selezione giovanile bianconera, al suo secondo anno di vita.
Un motivo di orgoglio enorme per la Società torinese, la prima e finora unica in Italia a credere nell'U23, andata incontro a tante polemiche, scetticismo e pareri avversi.
Il leit motiv delle critiche è stato ritenere tale progetto una sorta di "palestra per plusvalenze", una maniera creativa di rimpinguare le casse del club mettendo in mostra i giovani talenti.
In realtà la Juve ci ha già investito decine di milioni di euro, ha in programma di costruire un mini-stadio appositamente per la squadra - in modo da non dover più "affittare" il Moccagatta di Alessandria - ed ha coinvolto un team di esperti a livello tecnico e dirigenziale di prim'ordine.
È chiaro invece come l'U23 abbia il fine ultimo di formare i bianconeri del domani. L'obiettivo è rendere questa selezione una vera e propria fucina di talenti dalla quale poter attingere per completare la prima squadra. In questo modo sarebbero risparmiati tanti milioni da investire altrove, con lo scopo di puntare sempre più sul proprio vivaio, sul modello di grandi club esteri come Ajax, Barcellona e Chelsea.
Un grande successo, si spera il primo di una lunga serie, è stato raggiunto ieri sera. Sotto gli occhi attenti e compiaciuti di Paratici i ragazzi di Pecchia hanno conquistato un trofeo che, per la maggior parte di essi, rappresenta anche l'unico fin qui nella loro giovane carriera.
C'erano tanti dubbi su come potesse essere approcciata la gara, vista la grande differenza d'età ed esperienza con i rivali umbri e la normale difficoltà, valevole per ambedue le parti, nel tornare in campo dopo l'emergenza Covid. La Juve però non si è mai disunita, neanche dopo il gol subito appena 6 minuti dall'inizio del match, che avrebbe potuto scombussolare chiunque.
È stato infatti capitan Mammarella al 6' a pietrificare i bianconeri con una splendida punizione finita dritta all'incrocio. Gara in salita e contraccolpo negativo che si fa evidente solo per qualche minuto, ma la Juve vuole la Coppa e reagisce.
11' di gioco, bella combinazione sulla trequarti di destra avviata da Del Sole e proseguita con Marchi che imbuca per Brunori, il quale viene messo giù e si procura il penalty che calcerà e trasformerà con assoluta freddezza.
La gara prosegue con sostanziale equilibrio, tanta stanchezza, falli, interruzioni, cooling break e difficoltà di entrambe le squadre ad esibire un adeguato ritmo partita.
Col passare dei minuti l'U23 dà però la sensazione di essere più brillante degli avversari, oltre che meglio fornita dal punto di vista qualitativo.
Salgono in cattedra Rafia e Fagioli, i quali deliziano la platea con i loro fraseggi e la loro eleganza, ed uno straripante Traoré, che domina il campo con una fisicità impressionante. Senza dimenticare il 35enne Ettore Marchi, che dispensa esperienza ed un incredibile spirito di sacrificio di "Mandzukicciana" memoria.
Al 32' la Juve prende meglio le misure della porta avversaria: pennellata di Fagioli dalla fascia, stacco di testa imperioso di Brunori e traversa. L'Italo-brasiliano va dunque ad un passo dalla doppietta.
La Ternana risponde con Partipilo, tra i più attivi dei suoi, 8 minuti dopo, ma la sua conclusione in area è alta di pochi centimetri.
Al 45' l'episodio decisivo del match: Marchi parte dalla fascia destra, si accentra e serve Brunori che spara addosso al portiere, sul tap-in il più lesto di tutti è Hamza Rafia che infila in rete da due passi e porta avanti i bianconeri a fine primo tempo.
Ad inizio ripresa la Juve ha già la palla del 3-1, ma l'appena entrato Wesley 'Gasolina', probabilmente ancora freddo, spara altissimo a tu per tu con Iannarilli.
La clamorosa chance fallita dalla Juve rianima la Ternana, che si rigetta con continuità in avanti, portando gli avversari ad abbassare molto il proprio baricentro.
I maggiori pericoli nascono soprattutto dall'imprevedibilità di Partipilo, dagli inserimenti di Paghera e da Mammarella che, al 59' va vicino al bis su calcio di punizione ma trova un attentissimo Nocchi, abile a smanacciare in corner.
I bianconeri però ritrovano col trascorrere dei minuti una buona freschezza fisica e tornano a palleggiare con qualità, a difendere con maggior ordine e a riaffacciarsi, non appena ce n'è occasione, in area avversaria.
Gli umbri perdono sempre più imprevedibilità a guadagno della stanchezza e non riescono più ad impensierire la retroguardia piemontese. Ciò cozza con la loro volontà di acciuffare il pareggio e ne suscita tanta frustrazione e nervosismo.
Al punto tale che Defendi guadagna anzitempo l'uscita dal campo al minuto 83' dopo due falli da sacrosanta ammonizione.
Appena 3 minuti dopo Portanova ha sui suoi piedi il gol del K.O ma emula Wesley e manda tutto alle ortiche, tirando rasoterra a lato, con tanti metri davanti a lui che potevano ancora essere percorsi.
A quel punto la Juve capisce di dover soffrire fino al fischio finale e gli avversari, allo stremo delle forze e in inferiorità numerica, tentano un insperato forcing per il pari.
I giovani bianconeri, nonostante la palpabile tensione, reggono senza troppi affanni, sebbene proprio sugli sviluppi dell'ultima azione, corrono un brivido notevole: tiro a giro insidiosissimo da parte dei rossoverdi al limite dell'area ma Nocchi compie la parata che certifica il successo dei suoi.
Ora è tempo di festa per i ragazzi di Pecchia, già qualificati alla fase nazionale dei Play-off che dovrebbe partire tra il 9 e il 13 luglio.
L'obiettivo è quello di farsi trovare pronti, ma con un trofeo in più da portare a casa.
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