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Danilo Ceci

Enzo Barrenechea, il volante argentino simbolo di resilienza

La resilienza, in psicologia, è "la capacità di fare fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità".


Dando uno sguardo a questa definizione, l'immagine di Enzo Barrenechea balza alla mia attenzione come la più bella delle istantanee. Questo ragazzo argentino, un po' timido ma dal cuore grande, di difficoltà nella sua vita ha dovuto affrontarne parecchie, ma nulla è riuscito ad ostacolare la sua strada verso il suo gioco preferito: il calcio.


L'argentino, nato il 22 maggio 2001 a Villa Marìa, nella Provincia di Còrdoba, ha dovuto subire un evento traumatico attorno ai 10 anni d'età: suo padre è stato arrestato, ed Enzo non ha potuto contare su una figura genitoriale di riferimento fino al raggiungimento della maggior età. Sua madre, come raccontato dal giovane calciatore, ha dovuto sobbarcarsi l'onere emotivo ed economico del dover mandare avanti la famiglia, cercando di non far mancare nulla ai suoi figli ed incoraggiandoli nei rispettivi percorsi.


Quello di Enzo era già segnato: sin dalla giovanissima età il suo talento risaltava agli occhi di tutti e non era troppo complicato accorgersi per chiunqe che avesse qualcosa in più degli altri.


I suoi primi passi li ha percorsi con la maglia del Newell's Old Boys - come un certo Lionel Messi - e lì compie il percorso di crescita che lo porta a diventare uno dei migliori talenti minorenni dell'Albiceleste. Di lui si parla sin da subito come di un predestinato, al quale nulla in futuro potesse essere precluso.


Nel 2019 il Sion è la più rapida di tutte e brucia la concorrenza acquistando Enzo per 3,1 mln. Un investimento molto oneroso, considerando la ridotta potenza di fuoco degli svizzeri. Il ragazzo avrebbe potuto attendere di ricevere proposte da club decisamente più blasonati, ma la sua voglia d'Europa era troppa e ha colto l'occasione al volo.


Nei biancorossi in realtà ci è rimasto appena 6 mesi, perché la Juventus, che da anni riceveva segnalazioni e relazioni entusiastiche sul giovane talento argentino dai propri scout, non ha mai smesso di monitorarlo e a gennaio del 2020 ha fatto la sua mossa: 4,87 mln la cifra concordata con gli svizzeri, e Barrenechea si trasferisce a Torino, destinazione: Juventus Primavera.


I primi 6 mesi sono di ambientamento, come normale che sia. In mezzo c'è l'emergenza covid che porta ad un lungo stop del campionato e ciò non semplifica le cose. Enzo gioca poco, fatica ad integrarsi.


La stagione successiva le cose sembrano andare decisamente meglio. Barrenechea diventa un leader della squadra allora allenata da Bonatti. Quest'ultimo gli cambia definitivamente la posizione in campo, che diventerà quella definitiva: Da interno di centrocampo a centromediano metodista, quella che da sempre nel gergo calcistico argentino è identificata come "volante".


È proprio lì che Barrenechea sembra dare il suo meglio: trova un giusto equilibrio tra le sue buone qualità in impostazione, la sua ottima visione di gioco e una capacità superiore alla media di rompere il gioco avversario attraverso sia il contrasto diretto con l'avversario, che con l'intercetto, leggendo prima le linee di passaggio e frapponendosi tra esse.


Arrivano anche le prime reti in bianconero: Enzo è infatti il rigorista designato della squadra, ed ha una percentuale realizzativa pressoché perfetta. Riesce persino ad esordire tra i professionisti in U23 e a totalizzare 90 minuti nel derby piemontese contro l'Alessandria.


Insomma tutto sembra andare finalmente per il meglio, fino a quel maledetto 22 maggio 2021. La Juve Primavera ospita i pari-età del Genoa. I bianconeri approcciano bene la gara e si portano in vantaggio, Barrenechea è autore di un'altra ottima prestazione. Al minuto 48 il dramma: un banale scontro a centrocampo, nei pressi della linea laterale, un movimento inconsulto del ginocchio e... crac: danneggiamento parziale del legamento crociato.


Le sensazioni sono subito negative e il ragazzo esce dal campo disperato.


"Perché proprio io?" si è domandato Barrenechea durante tutto questo lungo calvario lontano dal terreno di gioco.


Non gli viene nel frattempo a mancare il supporto della sua famiglia e dei suoi amici, in particolare di Matìas Soulé, col quale condivide un rapporto quasi fraterno. Il padre di quest'ultimo parla di Enzo come di un "secondo figlio". Tra un maté e un asado, Barrenechea prova a distrarsi dal pensiero del rientro sul campo, che si fa sempre più intenso fino a diventare ossessione.


Dopo circa 9 lunghissimi mesi, il ragazzo di Villa Maria torna a pestare l'erba. La Juve U23 è in trasferta a Seregno e Zauli, dopo due convocazioni senza concessione di minutaggio, dà un'occhiata fugace ad Enzo, impaziente di togliersi la pettorina indossata nel riscaldamento, e decide che è il momento giusto. La sua partita durerà 33 minuti, e saranno i più belli della sua vita fino a quel momento.


La riconciliazione di Barrenechea con il campo da calcio sarà molto più rapida e indolore di quanto si potesse sperare. Non ci vorrà molto tempo affinché diventi un giocatore di riferimento per il gruppo, nonché una delle maggiori note liete dell'ottima stagione dei bianconeri, terminata ai quarti di finali dei playoff, con l'eliminazione patita contro il Padova. Nel frattempo l'argentino riuscirà anche a ritrovare la gioia del gol in due occasioni.


La stagione 2022/2023 sta procedendo alla grande per lui. È oramai un pilastro consolidato della Next Gen, davanti alla difesa. Lì, in mediana, la zona nevralgica del football, dove tutto termina e tutto ricomincia. Metafora della sua vita, e tutto sommato di quella di tutti noi.


Poi "un sogno che diventa realtà", l'esordio tra i grandi in Champions League contro il PSG di pochi giorni fa, come scrive entusiasta il ragazzo sui suoi canali social. Quale miglior modo di festeggiare, se non segnando la rete decisiva del 2-1 contro il Novara nell'ultimo appuntamento di serie C, con un destro chirurgico dai 25 metri.


Nulla stavolta sembra più fermare l'ascesa di Enzo Barrenechea, che studia "da Paredes" e col suo mix di qualità, quantità e doti morali punta a diventare un calciatore importante per la Juve e l'Albiceleste.


E chissà che tutti i suoi sogni non diventino davvero realtà.



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